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Scegliere da che parte stare: una sfida per le nuove generazioni

La referente del Progetto "Legalità", fiore all'occhiello del Viganò, sintetizza le iniziative proposte quest'anno alle classi che hanno aderito.

28.04.2023 | Legalità, Progetti

Loredana Lombardo

La lotta alla criminalità si fonda sulla conoscenza e la cultura dello Stato e delle Istituzioni. Per questo motivo, ormai da parecchi anni, il progetto di Educazione alla Legalità Democratica è parte integrate del progetto educativo della nostra scuola.

Negli anni, si sono succeduti relatori importanti, simbolo della lotta alla mafia: Rita Borsellino, Giovanni Impastato, Nando Dalla Chiesa. Abbiamo avuto modo di conoscere le associazioni che operano nel nostro territorio come Libera e Addiopizzo. Abbiamo ascoltato il racconto di Don Massimo Mapelli , che nella periferia di Milano, accoglie i ragazzi migranti all’interno dei locali di una pizzeria confiscata alla ‘ndrangheta, che oggi è sede dell’associazione “Una casa per te”. Abbiamo imparato che è importante “scegliere da che parte stare”, citando proprio le parole di don Massimo.

Così, anche quest’anno, con le classi 3 G e 3 C, abbiamo intrapreso questo percorso di conoscenza dei principi di legalità, anche attraverso la valorizzazione della memoria storica, nella convinzione che sia importante prima di tutto comprendere che bisogna sconfiggere la mentalità mafiosa, quella dell’omertà, quella delle raccomandazioni, quella che ci fa dire “non sono affari miei” e ci fa voltare dall’altra parte.

Il progetto prevede un primo approccio al fenomeno mafioso attraverso la lettura di libri e la visione di film. Incontreremo testimoni e conosceremo la realtà delle infiltrazioni mafiose nel nostro territorio . Collaborando con il CPL di Lecco (Centro Promozione Legalità) parteciperemo in prima persona, ad eventi che coinvolgono le scuole della provincia e durante i quali potremo condividere le nostre esperienze.

Il progetto si concluderà con la partecipazione ad un viaggio di istruzione nei territori che hanno vissuto la cultura mafiosa e che fanno della lotta alla criminalità organizzata, il principio cardine della vita democratica.

La 5^C in via d'Amelio con Antonino Vullo, unico sopravvissuto alla strage che uccise il giudice Borsellino e cinque agenti della scorta, tra cui Emanuela Loi (19 luglio 1992)