Editoriale
EditorialeClaudio Contento
Ecco un altro, estremo, tentativo di dare alla luce un giornalino della scuola. Ce la faremo? E poi – si chiederà qualcuno – a chi e a cosa serve un organo di stampa nella nostra scuola?
Beh, la risposta è evidente: serve ad INFORMARE. Ma, soprattutto, serve, e non lo affermiamo nascondendo una certa ambizione, a fare un’informazione che sia di qualità, e questo vuol dire FAR CONOSCERE alla comunità scolastica tutto ciò che da noi stessi, viaggiatori di questo enorme transatlantico che si chiama Francesco Viganò, realizziamo o ciò che accade intorno a noi. Ma è proprio necessario? Del resto, siamo letteralmente sommersi di notizie, in ogni istante della nostra giornata, sono talmente tante che ci tolgono il fiato, che minano il nostro tempo, che riempiono gli occhi e le orecchie: giornali, radio, tv, web… Lo scrittore Michael Crichton diceva – ed è paradossale – che «nella società dell’informazione, nessuno pensa».Ecco, è proprio questa la nostra sfida: fare un’informazione di qualità, scrivere pochi articoli ma buoni, che ci diano respiro, che rendino prezioso il nostro tempo di lettura e di ascolto. Parole scritte che sappiano informarci ma anche, sotto le mentite spoglie di una risposta possano, una volta che il pubblico le leggerà, suscitare domande, fermando la nostra corsa per far RIFLETTERE. Per questo siamo ambiziosi: vogliamo scrivere cose che nascono dall’esperienza e dal pensiero e che facciano pensare. Lo stile può essere serio, ironico, divertito e la notizia può essere “pesante come un macigno” o “leggera come una piuma”, ma significativa, utile, FORMATIVA.
Dunque facciamo i giornalisti per rinverdire i fasti della coscienza critica… ma facciamo giornalisti, noi cronisti d’assalto che componiamo la redazione, anche per stare assieme, per vivere la scuola come luogo di confronto, di scambio, di interazione, con passione ed entusiasmo. E il giornalino è un modo per ridurre la distanza tra le persone, forse una piccola stella polare nella quotidianità della giornata scolastica (tra pianti, sorrisi, interrogazioni, verifiche, libri, insegnanti fighi o schizzati) o – se preferite – una rampa per tutti coloro che vogliono salire a bordo e viaggiare con noi, sulla stessa nave, attraversando lo stesso mare, a volte quieto a volte tempestoso: la vita. E allora, non ci resta che levare gli ormeggi e partire. Buon viaggio, a noi e a voi, ragazzi!