"L'identità non è una monade, ma il risultato di contrasti di innesti"
Secondo incontro nell'ambito delle iniziative proposte dalla "Rete di scopo per l'educazione alle differenze nell'ottica della prevenzione e contrasto ad ogni forma di estremismo violento"
03.11.2023 | Didattica, Progetti, Educare alle differenze, Identità, EuropaRedazione Vigaweb
La classe 4^ C ha incontrato Aziz Sawadogo, laureando in Giurisprudenza e attivista, per discutere temi attuali, quali identità, conflitti e seconde generazioni.
“Che cosa significa “seconda generazione”? E' giusto o sbagliato concedere la cittadinanza ai figli degli immigrati?”.
Aziz Sawadogo, classe 1998, residente a Sirtori, dove è consigliere comunale di
opposizione, ha dialogato per due ore con gli studenti del Viganò.
Diversi gli argomenti trattati: dall'annosa questione della cittadinanza, all’importanza
della politica attiva, fino ai concetti di europeismo ed identità.
Nato a Lecco, da padre burkinabé e mamma ivoriana, Aziz ha trascorso ad
Oggiono la sua prima infanzia, per poi trasferirsi a Sirtori. Anche se i genitori hanno
ottenuto sin da subito la cittadinanza, ricorda di aver faticato non poco a farsi
accettare per via del colore della sua pelle.
“Mi sono sempre vergognato delle mie origini. Ad esempio, non sopportavo che
madre mi parlasse in pubblico nella sua lingua”.
Per questo motivo, a lungo, Aziz ha negato la sua identità africana, per evitare prese in giro e critiche: “Alcune esperienze sono pesanti per un bambino”, ricorda con amarezza.
Finalmente, a quattordici anni, la svolta: l’incontro con la filosofia “Swag”. “Swag” è tutto ciò che è “cool” e rimanda al mondo della musica rap e hip hop. Complice il successo di Wiz Khalifa e altri rapper e/o artisti diventati popolari in quegli anni. “Il nero della pelle era diventato qualcosa di cui non vergognarsi” - ha ricordato il relatore - “Ho trovato punti di riferimento in persone nere che non dovevano nascondersi, poiché non erano criminali o emarginati”.
Wiz Khalifa è un rapper, cantautore e attore statunitense
Quell’estate, Aziz si recò con la famiglia in Burkina Faso per le vacanze e, in quel frangente, si riconciliò con le sue radici e acquistò abiti africani, braccialetti, collanine. “Volevo rivendicare la mia identità: da invisibile, a super visibile”.
Le risposte alle sue numerose domande le trova anche nei libri dell’antropologo Marco Aime, che lo aiutano a comprendere che la soluzione non è nella binarietà (africano e italiano), ma nella sintesi e nel superamento.
“Sono cosmopolita, mi sento un cittadino del mondo. Non appartengo a
nessuna nazione”, afferma orgoglioso Aziz.
Altro incontro importante è stato quello con il “Manifesto di Ventotene”,
redatto da Ernesto Rossi, Altiero Spinelli ed Eugenio Colorni, mentre erano al
confino perché dissidenti rispetto al regime fascista.
Il risultato delle loro riflessioni fu un progetto di pace, ossia la proposta della
fondazione di una federazione europea: gli Stati Uniti d’Europa.
Ventotene, 3 settembre 2017. La consegna della borsa di studio ad Aziz Sawadogo durante il seminario organizzato dall'Istituto Spinelli “Il federalismo in Europa e nel Mondo. Dall’Unione monetaria agli Stati Uniti d’Europa”
Dopo il diploma, conseguito nel 2017, Aziz ricevette una borsa di studio dal Movimento Federalista Europeo, nelle cui file iniziò a militare, prima nella sezione di Sondrio e poi nella neonata sezione di Lecco.
Contestualmente, prosegue il suo percorso identitario: una tappa importante fu rappresentata dalle elezioni del 2018, quando, in Parlamento, approdò il primo senatore nero, Toni Iwobi. Il fatto che Iwobi fosse stato eletto nelle file della Lega Nord, partito che sostiene l’idea dell’italiano bianco e cristiano, suscitò non poche battute e critiche.
“In Italia sembra che un nero, che è un individuo, non possa avere idee politiche di un certo tipo” - si infervora Aziz - “Anche se non condivido le idee di Iwobi, non tollero attacchi del genere. Esiste il libero arbitrio”.
Nel corso del dibattito con gli studenti, l’esempio portato ha dato l’occasione di riflettere sulla rappresentazione degli stranieri al cinema e, in generale, della percezione dei ragazzi di seconda generazione: spesso, infatti, sembra che abbiano un destino per certi versi determinato. Questo è riconducibile al fatto che, generalmente, hanno condizioni sociali basse, frequentano scuole professionali, perciò difficilmente potranno ricoprire incarichi di prestigio ed entrare a far parte della cosiddetta “classe dirigente”.
In conclusione, Aziz ha rivolto una domanda alla classe: “Avete mai pensato alla vostra identità?”. Alcuni studenti, nei loro interventi, si sono soffermati sulla propria esperienza, sottolineando le difficoltà incontrate e il disagio di sentirsi diversi. Tutti i presenti hanno concordato sul fatto che, per i ragazzi di seconda generazione, la commistione di più culture rappresenti un valore aggiunto, poiché apre la mente e allarga i confini.
A questo proposito, citando il saggio “Contro l’identità”, dell’antropologo culturale Francesco Remotti, Aziz ha affermato: “Non esiste un’identità definita: l’identità non è una monade, ma il risultato di relazioni con il mondo esterno”.
Per questo motivo, il confronto è importante, soprattutto per i giovani. L’obiettivo è costruire qualcosa insieme, che ribadisca il valore del rispetto delle differenze e della solidarietà.
Per saperne di più: https://europainmovimento.eu/europa/mi-chiamo-aziz-sono-europeo-e-credo-nell-unione-europea.html