Il progetto “Smartwear”, della classe 5^H di Informatica, è stato premiato nell’ambito dell’iniziativa “Lombardia è Ricerca”
L’8 novembre 2023, dieci studenti della 5^H (Acquaviva Cristian, Brenna Tommaso, Cecchini Gabriele, Hoan Casu, Galuska Serhii, Jodes Antonio, Mariani Giacomo, Polizzi Francesca, Pozzi Noemi e Sironi Luca) hanno partecipato alla premiazione del concorso “Lombardia è Ricerca”, conquistando il secondo posto.
L’evento si è svolto presso il Teatro alla Scala di Milano, alla presenza di figure istituzionali molto importanti nell’ambito della politica, dello spettacolo e, ovviamente, della ricerca scientifica. In particolare, erano presenti due ricercatori, Steven A. Rosenberg e Carl H. June, pionieri dell’immunoterapia.
Abbiamo fatto qualche domanda ai ragazzi che hanno partecipato a questo importante evento, accompagnati dal Dirigente scolastico, prof. Gianluca Mandanici e dagli insegnanti, i professori Kinzica Soldano, Carmelo Castiglione e Antonino Calderone; in particolare, ci interessa capire che cosa ha rappresentato quest’esperienza per loro e cosa gli ha lasciato.
Ha risposto ai nostri quesiti Gabriele Cecchini, che nel gruppo è conosciuto come “l’elettronico”, per il suo particolare talento.
Anzitutto, vorremmo chiederti in che cosa è consistito il progetto.
«In poche parole, quello che abbiamo realizzato è un guanto, dotato di sensori e occhiali, con motori posti vicino alle tempie. Nel momento in cui la persona muove la mano, i motori e gli speaker si attivano, donando stimoli piacevoli. Il nostro progetto è stato finalizzato ad aiutare Claudio, un bambino con una paralisi cerebrale infantile, figlio di una docente dell’Istituto “Viganò”, la prof.ssa Labanca».
Quali sono le emozioni che hai provato insieme ai tuoi compagni salendo sul palco della Scala?
«Io e il mio gruppo ci siamo emozionati per il grande applauso che ci ha accolti. Se dovessi descrivere le emozioni che ho provato in quel momento, non troverei le parole: certo, sono stato molto felice, anche se, allo stesso tempo, ero un po’ nervoso. Credo di parlare a nome di tutti, dicendo che mi ha piacevolmente sorpreso il fatto che, quello che all’apparenza era solo un normale progetto scolastico, si sia poi trasformato in un vero e proprio ausilio per una persona in difficoltà. Questa consapevolezza mi ha riempito il cuore di gioia».
Cosa ti ha lasciato di positivo questa giornata, che porterai dentro di te come ricordo?
«La cosa che mi ha colpito di più è stato avere la conferma del fatto che, attraverso la ricerca scientifica, l’umanità svela misteri, abbraccia l’innovazione e illumina il sentiero che conduce verso un futuro più luminoso per l’intera comunità».