"Pierino Bassani e Giacomo Matteotti: storie di uomini contro"

Il cuore pulsante della libertà

A Paderno d’Adda una serata di memoria e musica: il Viganò presente all’appello.

“E’ sabato sera e facciamo esercizio di memoria” – esordisce con queste parole Gianpaolo Torchio, sindaco di Paderno d’Adda, nella serata dedicata a Giacomo Matteotti e Pierino Bassani, realizzata con la collaborazione delle locali Consulta giovani e Pro loco e il patrocinio dell’ANPI.
Nella suggestiva cornice di Cascina Maria, sabato 30 novembre, sono andate in scena, con parole e musica, le storie di due italiani, i quali, a causa del proprio impegno politico, furono costretti a fare i conti le brutalità delle squadracce, durante il ventennio, quando la violenza fu istituzionalizzata dal regime.
I protagonisti della serata partono da due piccoli centri: Fratta Polesine e Paderno d’Adda; qui, storia nazionale e storia locale si incrociano.
“Perché ricordare eventi di cento anni fa?” – ha chiesto il primo cittadino al numeroso pubblico in sala. “Matteotti e Bassani sono due frammenti di storia, due testimonianze di resistenza personale, fondamento della democrazia. In quest’ottica, la pratica della memoria oggi è necessaria per tutelare e proteggere le libertà e i diritti civili e sociali”.

Dopo il doveroso omaggio tributato da Alberto Magni alla memoria di Giancarla Riva Pessina, ex presidente ANPI recentemente scomparsa, la parola è passata ad Andrea Colleoni che ha ricostruito la storia di Pietro Bassani, detto “Pierino”.
Contadino analfabeta, Bassani partecipò alla Grande Guerra, dalla quale tornò mutilato ed invalido. Ferito per ben tre volte, la prima dopo quindici giorni soli di combattimento, Pierino fu collocato definitivamente a riposo dopo la perdita di un occhio. Tornato dal fronte, si mise a studiare per emanciparsi dall’ignoranza, diventando il segretario della locale Lega mutilati, nonché segretario della sezione padernese del Partito socialista.
Per la sua militanza politica, Pierino fu minacciato dai fascisti e costretto alla latitanza; la sua vicenda è per certi versi analoga a quella di Giacomo Matteotti, il coraggioso deputato socialista, che denunciò in Parlamento le violenze delle squadre d’azione fasciste durante la campagna elettorale delle elezioni del 1921. Matteotti si preparava altresì a rendere noto l’accordo segreto siglato dal duce con la Sinclair Oil per la trivellazione del suolo italiano, nonché la farsa del pareggio di bilancio: per questo fu rapito ed ucciso nel 1924.
Le gesta di Matteotti, “riformista rivoluzionario”, così come venne definito con un efficace ossimoro, sono state ricostruite al prof. Alberto Magni, il quale ha delineato il contesto economico e sociale entro il quale si mossero sia il deputato socialista, che Pierino Bassani.
A proposito della Brianza, Magni ha sottolineato la povertà diffusa, stante la predominanza dei contratti a fitto misto, che comportavano pagamenti in natura e denaro, unitamente all’alta incidenza della pellagra, riconducibile ad una alimentazione a base di polenta. La gelsibachicoltura integrava il magro bilancio delle famiglie, che, per sbarcare il lunario, impiegavano in filanda le proprie figlie, a partire dai quattro anni di età.
Nel corso della serata, i rapido gioco di incastri tra Matteotti e Bassani, orchestrato da Magni e Colleoni, è stato piacevolmente intervallato dal commento musicale, a cura degli studenti dell’Istituto “Viganò” di Merate, sapientemente diretti ed accompagnati dal professor Claudio Contento, referente del Progetto Musica e da Alberto Biffi, organettista.
La scaletta musicale ha annoverato testi quali “Il feroce monarchico Bava”, rievocazione dell’eccidio consumato a Milano nel 1898, “Saluteremo il signor padrone”, accorata denuncia delle vessazioni a cui erano sottoposte le mondine ed, in generale, le lavoratrici, “Il povero Cristo” di Vinicio Capossela, con il suo ritornello di stringente attualità “E in tanto nel mondo una guerra è signora della Terra”.
Altra denuncia della barbarie della guerra è “Il disertore”, mentre “O cara moglie” di Ivan Della Mea, chiama alla mobilitazione operaia per la lotta per la libertà. L’intensa vocalità di Arianna, accompagnata da Giacomo e Marianna, ha poi fatto risuonare in sala la “Canta di Matteotti”, ballata che ricostruisce il rapimento e il vile assassinio del deputato socialista, per concludere con la trascinante “Nostra patria è il mondo intero …”, inno all’internazionalismo, che il pubblico ha accompagnato con il battito delle mani.
La serata, che ha annoverato suggestive letture a cura della Consulta Giovani, si è conclusa con il contributo di Marisa Bandini, che ha letto una favola di Rodari, “Il funerale della volpe”, la quale ricordandoci che il luogo della memoria non è la testa, ma il cuore ci invita a coltivare la Memoria.

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