Negli ultimi mesi, Belgrado, capitale della Serbia, è diventata il fulcro di un’ondata di proteste che coinvolgono studenti, opposizione politica e cittadini comuni.
Le manifestazioni sono scoppiate in seguito a un tragico incidente a Novi Sad, dove il crollo di una tettoia ha causato la morte di 15 persone. Questo evento ha scatenato indignazione e proteste contro il governo, accusato di corruzione e negligenza.
Il 23 dicembre 2024, decine di migliaia di persone hanno occupato la piazza Slavija a Belgrado, bloccando il traffico e partecipando a una manifestazione organizzata dagli studenti universitari. Il corteo è iniziato con 15 minuti di silenzio in memoria delle vittime, seguiti da «mezz’ora di rumore» con fischietti e vuvuzelas. Nel corso delle settimane, le proteste si sono intensificate con la richiesta di nuove elezioni, dopo accuse di brogli.
Alcuni manifestanti hanno persino tentato di entrare nel Municipio di Belgrado, scatenando scontri con la polizia.
Oltre alla crisi politica, cresce anche la preoccupazione per la libertà di stampa a rischio. Giornalisti indipendenti denunciano pressioni, campagne diffamatorie e attacchi fisici, segno di un clima sempre più ostile verso i media non allineati al governo.
Un altro punto di tensione è la trasformazione di un ex edificio militare bombardato dalla NATO nel 1999 in un complesso di lusso finanziato da Jared Kushner, genero di Donald Trump. Migliaia di persone sono scese in piazza per opporsi a questo progetto, chiedendo che l’edificio venga preservato come patrimonio storico anziché essere privatizzato.
La Serbia si trova in un momento critico, il popolo chiede maggiore trasparenza e democrazia, mentre il governo cerca di mantenere il controllo.
La situazione è tesa e l’esito di queste proteste potrebbe segnare una svolta nella storia del Paese.
Le manifestazioni sono scoppiate in seguito a un tragico incidente a Novi Sad, dove il crollo di una tettoia ha causato la morte di 15 persone. Questo evento ha scatenato indignazione e proteste contro il governo, accusato di corruzione e negligenza.
Il 23 dicembre 2024, decine di migliaia di persone hanno occupato la piazza Slavija a Belgrado, bloccando il traffico e partecipando a una manifestazione organizzata dagli studenti universitari. Il corteo è iniziato con 15 minuti di silenzio in memoria delle vittime, seguiti da «mezz’ora di rumore» con fischietti e vuvuzelas. Nel corso delle settimane, le proteste si sono intensificate con la richiesta di nuove elezioni, dopo accuse di brogli.
Alcuni manifestanti hanno persino tentato di entrare nel Municipio di Belgrado, scatenando scontri con la polizia.
Oltre alla crisi politica, cresce anche la preoccupazione per la libertà di stampa a rischio. Giornalisti indipendenti denunciano pressioni, campagne diffamatorie e attacchi fisici, segno di un clima sempre più ostile verso i media non allineati al governo.
Un altro punto di tensione è la trasformazione di un ex edificio militare bombardato dalla NATO nel 1999 in un complesso di lusso finanziato da Jared Kushner, genero di Donald Trump. Migliaia di persone sono scese in piazza per opporsi a questo progetto, chiedendo che l’edificio venga preservato come patrimonio storico anziché essere privatizzato.
La Serbia si trova in un momento critico, il popolo chiede maggiore trasparenza e democrazia, mentre il governo cerca di mantenere il controllo.
La situazione è tesa e l’esito di queste proteste potrebbe segnare una svolta nella storia del Paese.