La celebrazione del nostro cinema, fra tradizione e innovazione.

Il 20 gennaio si festeggia la Giornata Mondiale della «settima arte» nel nostro Paese, il Cinema Italiano.
Molte istituzioni hanno organizzato una celebrazione ad hoc e molti giornali ne hanno parlato. Tale ricorrenza è stata promossa all’unanimità dalla Commissione degli Affari Esteri e Comunitari e da quella della Cultura, Scienza e Istruzione, l’11 dicembre 2019. La prima edizione si è tenuta nel 2020 ed è nata col fine di valorizzare la cinematografia italiana all’estero, omaggiando il grande regista italiano Federico Fellini, nell’anniversario della sua nascita.
Ma perché lo Stato italiano ha deciso di sottolineare il valore del Cinema del «Bel Paese», a tal punto da istituire una giornata per celebrarlo?
La risposta non può che assumere diverse sfumature ed essere convincente. Il nostro cinema ha occupato un ruolo significativo nella cultura italiana e ha contribuito in modo rilevante alla storia cinematografica mondiale: basti pensare a registi come Pasolini, Fellini, Argento, De Sica, Rossellini, e a titoli quali La vita è bella, La grande bellezza e C’era una volta in America. Film mozzafiato, resi ancor più fenomenali dalle colonne sonore di mostri sacri come Morricone o Piovani. La decisione di istituire una giornata dedicata a esso risponde al desiderio di riconoscere il valore culturale e artistico del cinema italiano, oltre alla volontà di promuovere l’industria cinematografica nazionale.

Io personalmente non comprendo le persone che non credono che il cinema sia una vera e propria arte come la pittura o la poesia. Infatti, tramite la macchina da presa, sono stati trasmessi valori portanti della società e mondi utopici, ideali; si è resa possibile la creazione, in certi casi, di veri e propri universi letterari. Per questo la cultura cinematografica è vista come un importante mezzo di espressione e riflessione della società.
Anche la nostra scuola ha riconosciuto il valore formativo e artistico del cinema con il progetto “Cineforum sul Novecento”, che prevede la visione, condivisa tra insegnanti e allievi, di film di rilievo su temi specifici per riflettere e avviare un dibattito.
Che ci sia una giornata del genere, oltre ad essere un bene per gli appassionati del cinema, come me, è uno stimolo al cinema italiano che negli ultimi anni si è impaludato, puntando su film prevalentemente comici, fatti solo per far ridere le vecchie generazioni, spesso con una comicità commerciale e banale.
Secondo me, bisogna tornare sui propri passi per proiettarci al futuro, cercando di dare nuova linfa al nostro cinema, non scimmiottando gli altri ma innovando. Infatti non scordiamoci che siamo stati noi a rivoluzionare molti generi. L’esempio più grande che mi viene in mente è quello di uno dei miei registi preferiti, a mio parere il più grande regista italiano della storia: Sergio Leone. Lui ha cambiato totalmente il modo di fare cinema, negli anni ’60, inventando un genere a sé stante, gli “spaghetti western”, che ancora oggi sono fonte di ispirazione per i registi hollywoodiani: basti pensare a Quentin Tarantino che nella maggior parte dei suoi film inserisce sempre un riferimento a Leone, con musiche o inquadrature.
Oggi siamo sommersi da film stranieri, quando prima era l’Italia con Cinecittà a rivaleggiare con Hollywood; per questo un mio desiderio è che un giorno rinasca la grande arte cinematografica italiana e spero che questa celebrazione del 20 gennaio sia di buon auspicio.